Il ‘senso’ del Giudizio è presente in molti uomini, spesso fin dal concepimento nella pancia della mamma dove iniziano i primi giudizi sulle modalità’ ‘giuste’ o ‘sbagliate’ di portare avanti una gravidanza.

Gesù diceva: ‘Non giudicate o verrete giudicati’.

Il monito era riferito a una trasformazione alchemica e spirituale del senso del giudizio profondamente radicato in ciascun essere umano.

Nell’attuale società si nasce e si cresce nel giudizio, a meno che non si sia compiuto un lavoro su di se di tipo alchemico, quindi ANIMICO, (non mentale) grazie al quale ci si rende conto di giudicarSI per ogni cosa.

Il RAPPORTO CON IL GIUDIZIO

Di essere immerSI nel giudizio. Dal colore della scarpe che si indossano all’università scelta, ecc.

Sarò chiara: il GIUDIZIO di per se è neutro e non esiste; a seconda degli occhi con cui lo ‘guardate’ avrà una valenza piuttosto che un altra. A seconda di ciò che risuona dentro di voi quando vi sentite giudicati, allora richiamerà un disagio piuttosto che un altro.

Per ritornare a ciò che dico spesso nei miei articoli: ”non c’è nulla fuori di voi che abbia coscienza propria”.

Il senso del giudizio che avvertite dagli altri risuona con il giudizio che avete dentro. Anzitutto il giudizio di voi stessi.

Quando si è pervasi dal senso del giudizio ci si sente sempre sulla difensiva e si vive con la paura di essere giudicati per ciò che si è, che si indossa, che si dice, che si fa, ecc

Il sentirsi giudicati dagli altri è dunque un vostro problema che non riguarda gli altri ma solo voi e l’avere ‘occhi per vedere’ la realtà per come è, non filtrata.

Il Giudizio che provate verso voi stessi e che riversate perciò negli altri può essere TRASMUTATO rimanendo in presenza nel qui e ora ogni volta che lo sentite ‘salire’ dentro di voi e auto-osservando ciò che accade.

In questo modo noterete un ‘distacco’ tra ciò che sta accadendo fuori e ciò che siete.

Vi saluto con una citazione di un noto esperto del campo:

Nella misura in cui, progressivamente, vi sentirete sempre meno giudicati, allora sarete in grado di riprendere gli altri quando sbagliano, senza provare un reale risentimento nei loro confronti, ma anche senza esitazione, timore o senso di colpa.

D’altronde, chi non sa punire, non sa nemmeno perdonare.

Buon lavoro su di voi!